Io, tu e il …Brand
Viste le richieste di approfondimenti arrivateci dopo il video su questo argomento, posto un articolo scritto dalla Dottoressa Alessandra Gatti, per dare la parola a chi, nel nostro studio, si occupa realmente di questo aspetto.
“Eccomi a fare il punto su cosa sia lo psicomarketing…Siamo oggi nell’era della persuasione, letteralmente traducibile ne “l’ottenimento dell’approvazione e della fiducia attraverso un’opera generalmente personale, graduale e metodica, di convinzione” assolutamente stimolata dal mercato e dalla richiesta indotta al consumatore, traduzione che ha poco a che fare con lo psicomarketing. Questa rappresenta un passaggio successivo a quanto lo psicomarketing studia ed analizza, trovo quindi fondamentale procedere per punti e rispondere alle domande più comuni, come ad esempio: Cosa analizza lo psicomarketing? Come opera? Perché è importante per un’azienda? E ancora, perché lo è per un brand?
L’azienda e il brand vengono percepite dal professionista come fossero una persona, ogni cosa parla di loro come ogni sfumatura a loro appartenente, ogni senso che riescono a stimolare e a far sentire il cliente accolto, riconosciuto e soddisfatto. Per fare questo non è tanto importante attirare e vendere, quanto conoscere e riconoscere. Se io conosco un’azienda e il suo brand saprò certamente qual è la sua anima, la sua storia, il suo vissuto fino a quel momento e il suo nucleo caldo e da cui poter attivare una corretta strategia che sia di rinforzo a quanto già esistente o che sia di lancio per un novo prodotto. Il caso: oggi ciò che più attira è ironizzare, anche e soprattutto, i sani principi di una società e il rischio di pubblicizzare brand con l’ironia è quello di banalizzare lo stesso, colpendolo nel profondo, nell’anima…nella sua identità con la quale sul mercato si è imposto con sacrificio e fatica, con il risultato di mostrarsi inautentico, cioè carente di spontaneità e creatività nell’incontro con l’altro. Come opererebbe lo psicomarketing in un simile caso? Con autenticità! Intanto andrebbe ad intercettare il bisogno, non seguirebbe stimoli di massa ma punterebbe al mantenimento dell’identità attirando l’attenzione, analizzerebbe le potenzialità e le risorse che restano incastonate in meccanismi di difesa.
“ERA ABBASTANZA INTELLIGENTE DA CONOSCERE SE STESSO, ABBASTANZA CORAGGIOSO DA ESSERE SE STESSO E ABBASTANZA FOLLE DA CAMBIARE SE STESSO E, ALLO STESSO TEMPO, CONTINUARE AD ESSERE AUTENTICO!”
Dr.ssa Alessandra Gatti