Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria diceva Newton, e fin qui siamo d’accordo ovviamente, ma la questione di oggi è un’altra, cosa succede se alla mia azione non posso collegare la reazione? Se lancio una campagna pubblicitaria spendendo anche dei soldi e poi non posso calcolare il rientro dell’investimento fatto? Oppure le reazioni del pubblico a cui mi sono rivolto?
Fino a prima del web era difficile calcolare l’impatto dei nostri volantinaggi e delle affisioni, si poteva calcolare grosso modo ma non si poteva garantire il numero delle persone esposte ad una specifica comunicazione, poi con l’arrivo del web è diventato possibile tracciare ogni singola cosa.
Ultimamente abbiamo vissuto lo scandalo di Cambridge Analitica dove il soggetto in questione era proprio il dato e l’utilizzo che questa azienda ne faceva. Ormai è diventata la nuova moneta ed è un potenziale fattore di successo. Poter capire e conoscere nei minimi dettagli le abitudini ed I gusti dei nostri target ci permette di realizzare un prodotto che possa essere venduto nel posto giusto, al momento giusto e al prezzo giusto, perfezionando così la nostra percentuale di successo.
Ma come si possono ottenere questi dati così preziosi? Ovviamente creando l’azione! Infatti tutte quelle che sono le abitudini del nostro target possiamo scoprirle solo per tentativi, registrando di volta in volta la reazione. Cambiamo colore, orari, prezzi, pacchetti, proposte, contenuti, tematiche eccetera. Ogni volta che facciamo una comunicazione otteniamo un riscontro, che poi va registrato nel tempo e confrontato con le azioni successive e precedenti in modo da correggersi man mano fino ad arrivare alla soluzione finale.
Badate bene però che I tempi cambiano, come i gusti e le priorità quindi questo processo non può avere una fine, anche se le cose vanno sempre bene è fondamentale capire perché vanno bene e se nel futuro prossimo sarà ancora così, insomma creare l’azione e segnare la reazione in modo da fare meglio la volta successiva.
Sicuramente avrete sentito parlare di Google Analytic, quello strumento che google ci mette a disposizione per monitorare i movimenti sul nostro sito, anche facebook, instagram ed altre piattaforme offrono questo servizio, anche se in modi diversi. In sostanza possiamo vedere chi ci segue, da dove, quando, cosa lo interessa di più, nel caso di un e-commerce possiamo capire tante sfumature del processo d’acquisto del target medio fino ad ottimizzare le impostazioni del nostro sito e favorire la percentuale di conversione, cioè dell’acquisto appunto.
Non vanificate tutti gli sforzi per migliorare il vostro business, gli esempi che vi ho fatto sono solo alcuni degli strumenti di analisi, ma anche l’occhio, l’orecchio e la bocca lo possono diventare. State sempre attenti a raccogliere informazioni relative alla vostra attività, chiedete ai vostri clienti quello che vi interessa sapere per migliorare il vostro servizio e prendetene nota. E ricordate che tutto questo non è una cosa da vedere come un’invasione dell’intimità o della privacy, le aziende hanno tutti gli interessi a darvi prodotti sempre migliori ma per farlo devono sapere cosa vi piace di più.