Partiamo dal definire il concetto di portfolio prima di capire come lo si può sfruttare o come può servire: il portfolio è una raccolta cartacea o digitale di tutti oppure una selezione dei migliori lavori svolti da un professionista che esercita nel campo del design, è una sorta di estensione al curriculum vitae, se hai dei progetti, delle grafiche oppure altri lavori creativi li metti nel tuo portfolio.
Ma il portfolio si limita a collezionare i nostri lavori? Assolutamente no, la sua funzione primaria è quella di dimostrare come lavoriamo, qual’è il nostro stile e per chi abbiamo lavorato, spesso il curriculum non riesce a dimostrare questi aspetti e per chi lavora in questo settore è importante poter dimostrare visivamente quello che si può fare.
Io ODIO il portfolio, intanto tenerlo aggiornato è una rogna pazzesca e poi non mi piace essere etichettato per delle immagini. In tutta la mia carriera potrei dire che i lavori che mi sono piaciuti realmente si possono contare sulla dita di una mano, con questo non dico che faccio dei lavori di merda, anzi, al contrario, ma l’aspetto fondamentale da considerare è che io oltre che consulente sono anche un grafico, e da sempre faccio comunicazione, che non è affatto arte, bensì scienza; si perché ogni singolo lavoro che ho svolto deve prima di tutto funzionare sotto il punto di vista della comunicazione, rispettare i limiti o le imposizioni che il supporto richiede e soprattutto soddisfare le richieste e le esigenze del cliente, di conseguenza il mio portfolio non mostra i lavori per come li avrei fatti io e quindi non mostra il mio stile.
Ogni cliente mi chiede modifiche di vario genere, ognuno ha i suoi gusti, le sue fisse e le sue credenze, dalla squadra del cuore al pensiero che hanno avuto appena si sono alzati, senza contare poi che se vengo contattato per un lavoro che richiede uno stile minimale, la presenza di un lavoro sfarzoso o grottesco nel mio portfolio potrebbe compromettere il giudizio del mio potenziale cliente e sviarlo da quelle che sono le reali possibilità.
Ecco perché odio il portfolio, perché devo essere giudicato come professionista, che prima di tutto si preoccupi che la comunicazione trasmetta qualcosa e che raggiunga i risultati sperati, poi che serva uno stile piuttosto che un’altro per farlo quello è solo una conseguenza dello studio fatto a monte.
C’è anche da dire che molti non vogliono venga mostrato o divulgato il lavoro commissionato, o per altri motivi la cosa non può essere pubblicata perché per esempio è stato un lavoro fatto da diversi team o altro ancora, quindi non giudicate e non fatevi giudicare dalla copertina, se volete provare la validità di un professionista mettetelo alla prova, ci sono tante abilità che formano una persona di successo, nel nostro campo saper disegnare o fare una bella grafica è forse quella più marginale, andate a valutare quanto questo professionista sia puntuale, trasparente, rispettoso della nostra privacy, disciplinato, affidabile insomma.